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BENEFICI

PATOLOGIE TRATTATE

Quando entra in gioco la manipolazione fasciale?

La manipolazione della fascia entra in gioco quando si presentano condizioni particolari che portano a vere e proprie disfunzioni della fascia stessa.

I fattori scatenanti di tali disfunzioni possono essere vari. I più comuni sono determinati da:

  • eventi traumatici
  • condizioni fisiche o emotive, cui conseguono danni a livello della fascia
  • presenza di infiammazioni di vario livello e gravità
  • posture scorrette, specialmente se protratte a lungo nel tempo
  • disfunzioni degli organi.

Disfunzioni più frequenti dell’apparato locomotore su cui agisce la manipolazione fasciale:

  • Cefalea, emicrania, nevralgia;
  • Cervicalgia, torcicollo, spasmo muscolare;
  • Dorsalgia, dolori intercostali;
  • Lombalgia, lombosciatalgia:
  • conflitti sacro-iliaci, glutalgia, scoliosi;
  • coxalgia, dolori inguinali, pubalgia;
  • gonalgia, sofferenze meniscali e legamentose;
  • distorsioni della caviglia, tendiniti achillee;
  • podalgia, neuroma di Morton, fascite plantare;
  • periartrite scapolo-omerale, cuffia dei rotatori;
  • epicondilite, epitrocleite, borsite;
  • tunnel carpale, morbo De Quervain, cisti tendinee;
  • rizartrosi, malattia di Dupuytren.

Essendo la fascia il rivestimento anche degli organi interni, il trattamento può essere utilizzato, inoltre, anche per disfunzioni (se dovute a tensioni fasciali e non a patologie) quali:

  • acufeni, lacrimazione eccessiva o insufficiente;
  • gastrite, reflusso, stitichezza;
  • cistiti, prostatiti, ciclo doloroso, dismenorrea.

CONTROINDICAZIONI

Il trattamento non può essere effettuato solamente in caso di stati febbrili o di neoplasie. Per il resto, non vi sono particolari controindicazioni.